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sabato 31 marzo 2012

La felicità


 I
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre,
ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa,
che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

II
La miglior specie di amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico
e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via
senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.

III
E' vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo,
ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
 
IV
Ci vuole un minuto per offender qualcuno, un'ora per piacergli,
e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.

V
Non cercare le apparenze, possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso
per far sembrare brillante una giornataccia.
 Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.

VI
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto
 che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va, vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere,
perché hai solo una vita e una possibilità di far le cose che vuoi fare.

VII
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce,
difficoltà a sufficienza da renderti forte,
dolore abbastanza da renderti umano,
speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto,
probabilmente anche loro si sentono così.

VIII
Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa,
soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male,
quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza
delle persone che hanno toccato le loro vite.
 
IX
Quando sei nato stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai tu sorrida.

X
Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici,
ma i silenzi dei nostri amici. di: Martin Luther King Jr.
 

La sorgente della felicità


La sorgente della felicità e della pace non sta fuori, ma dentro di noi. Sappiamo trarre profitto da ogni cosa per esercitare la nostra anima alla pazienza, all'umiltà, all'obbedienza, alla povertà e alle altre virtù della vita religiosa, e le croci non saranno più tante pesanti. Del resto noi proclamiamo che attraverso l'Immacolata possiamo tutto: dimostriamolo quindi con l'azione. poniamo in lei la nostra fiducia e andiamo avanti nella vita con tranquillità e serenità.  (SK 935) (San Massimiliano Kolbe)

Sempre felici


I buoni cristiani che si danno da fare per salvare la propria anima sono sempre felici e contenti: godono anticipatamente della felicità del cielo e saranno felici per l’eternità. I cattivi cristiani, invece, quelli che si dannano, sono da compatire: mormorano, sono tristi e lo saranno per l’eternità. Un buon cristiano, un avaro del cielo, tiene in poco conto i beni terreni: egli pensa soltanto a render bella la propria anima, ad accumulare ciò che lo renderà felice in eterno, ciò che dura in eterno. Guardate i re, gli imperatori, i grandi della terra: sono molto ricchi, ma sono contenti? Se amano il buon Dio, sì; ma se non lo amano, no, non sono contenti. Personalmente trovo che non vi sia nulla di più triste dei ricchi, quando non amano il buon Dio. Andate pure di continente in continente, di regno in regno, di ricchezza in ricchezza, di piacere in piacere: non troverete la felicità che cercate. La terra e quanto contiene non possono appagare un’anima immortale più di quanto un pizzico di farina, in bocca ad un affamato, possa saziarlo. di: San Giovanni maria vianney

Il segreto della felicità

“Il segreto della felicità è di vivere momento per momento, e di ringraziare il  Signore di tutto ciò che Egli nella sua bontà ci manda giorno per giorno.” (Quaderno dei ricordi  durante i SS. Esercizi, ? 1944 - 1948) Santa Gianna Beretta Molla

Insieme e soli


Vi sia spazio nella vostra unità e
tra voi danzino i venti e i cieli.
Amatevi l'un l'altro
ma non fatene una prigione d'amore.
Cantate e danzate insieme, e siate giocondi,
ma ognuno di voi sia solo, come sole
sono le corde del liuto,
sebbene vibrino di una musica uguale.
Datevi il cuore, ma l'uno non sia
rifugio dell'altro.
Poiché soltanto la mano della Vita
può contenere i vostri cuori.
Ergetevi insieme, ma non troppo vicini:
poiché il tempio ha colonne distanti,
e la quercia e il cipresso,
non crescono l'una all'ombra dell'altro. di: Gibran

Preghiera dei fidanzati


Nel mio cuore, o Signore,
si è acceso l'amore per una creatura
che anche tu conosci ed ami,
Ti ringrazio di questo dono
che mi inonda di una gioia profonda,
mi rende simile a te che sei l'Amore,
e che mi fa comprendere il valore
della vita che mi hai donato.
Fa' che io non sciupi
questa immensa ricchezza
che mi hai messo nel cuore:
insegnami che l'amore è un dono
e non può mescolarsi con nessun egoismo,
che l'amore è puro
e non può stare con nessuna bassezza,
che l'amore è fecondo
e deve fin da oggi
produrre una nuova vita in me
e chi mi ha scelto.
Ti prego per chi mi aspetta e mi pensa,
per chi mette in me tutto il suo avvenire;
Rendici degni l'un dell'altro.
Preparaci al matrimonio, alla sua grandezza,
alle sue responsabilità,
perché le nostre anime e i nostri cuori
siano fin d'ora uniti nello stesso amore. di: Card. Giovanni Battista Montini

Signore io sono troppo piccolo


Tutto è troppo grande per me,
 Signore, io sono troppo piccolo.
 Signore, fà che io non disperi!
Se non posso fare qualcosa
di grande, concedimi almeno
di essere fedele nell'impegno,
 fammi sentire dove tu mi vuoi
e che cosa ti attendi da me. di: Johann Bernitz Hygen

Fariseismo malattia dell'anima


Nel vangelo la figura del fariseo è una specie di «cifra» che indica una malattia dello spirito, una degenerazione della religiosità, non tanto un personaggio storico preciso. Questo per dire che il fariseismo può crescere dovunque, anche fra i cristiani. Anziché di «fariseo e discepolo», potremmo parlare di discepolo apparente e di discepolo vero. Fra le due figure l'antitesi è netta: il discepolo apparente compie qualsiasi opera huona per mettersi in vista, il discepolo vero sembra quasi nascondersi.
Quando fa l'elemosina, il primo suona la tromba per attirare l'attenzione; il vero discepolo è tanto discreto che la sua sinistra non sa quanto fa la sua destra. E quando prega, il primo si pone al centro della piazza o della sinagoga, per farsi vedere; il secondo si chiude nella stanza. E quando digiuna, il primo si sfigura la faccia per mostrare tutta la sua fatica e la sua penitenza; i! secondo si profuma la testa e si lava il volto.
Bruno Maggioni, La cruna e il cammello, Paradossi evangelici e umanità di Gesù, Ancora, 2006 p. 20-21

Mio tesoro mio tutto


O Dio, o amore incomprensibile, giacché voi vi degnate d'essere così cortese con noi, che per istarvene a noi vicino vi degnate di scendere sui nostri altari, io propongo di visitarvi spesso; voglio godere quanto più posso della vostra dolcissima presenza che rende beati i santi in paradiso. Oh potessi starvi sempre innanzi per adorarvi e farvi atti d'amore! Svegliate, vi priego, l'anima mia, quando per tiepidezze o per affari di mondo trascura di visitarvi. Accendete in me un gran desiderio di starvi sempre vicino in questo Sacramento. Ah mio amoroso Gesù, vi avessi sempre amato! Vi avessi dato sempre gusto! Mi consolo che ancora mi resta tempo di farlo, non solo nell'altra vita, ma ancora in questa. Io lo voglio fare, vi voglio amare davvero, mio sommo bene, mio amore, mio tesoro, mio tutto. Voglio amarvi con tutte le forze.
Dio mio, aiutatemi ad amarvi. Sant’Alfonso Maria de Liguori

Mio salvatore sacramentato


Deh mio Salvatore sacramentato, o amante divino, e quanto sono amabili le tenere invenzioni del vostro amore per farvi amar dalle anime! O Verbo Eterno, voi fatt'uomo non siete stato contento di morire per noi; ci avete dato ancora questo Sacramento per compagnia, per alimento e per caparra del paradiso. Voi vi fate a comparire tra noi or da bambino dentro una stalla: or da povero dentro una bottega: or da reo sopra di un legno: or da pane sopra un altare. Ditemi, ci è più che inventare per farvi amare? O amabile infinito, e quando io comincerò davvero a corrispondere a tante finezze d'amore? Signore, io non voglio vivere se non per amare voi solo solo. E che mi serve la vita, se non la spendo tutta in amare, in piacere a voi, mio Redentore amato, che avete spesa tutta la vita per me? E che cosa ho d'amare io, se non voi che siete tutto bello, tutto cortese, tutto buono, tutto amoroso, tutto amabile? Viva l'anima mia solo per amarvi; si liquefaccia d'amore al solo ricordarsi del vostro amore; ed al solo3 sentir nominare presepe, croce, sacramento, si accenda tutta di desiderio di fare gran cose per voi, o Gesù mio, che avete fatto e patito troppo gran cose per me. Fate, Signore mio, che prima ch'io muoia faccia qualche cosa per voi. Sant’Alfonso Maria de Liguori

Mi accosto come l'infermo al medico


Onnipotente, eterno Iddio, mi accosto al sacramento dell'unigenito Figlio tuo, il Signore nostro Gesù Cristo: mi accosto come l'infermo al medico che gli ridona la vita, come l'immondo alla fonte della misericordia, come il cieco alla luce dello splendore eterno, come il povero e il bisognoso al Signore dei cielo e della terra. Prego dunque la tua grande ed immensa generosità perché ti degni di curare il mio male, di lavare le mie macchie, di arricchire la mia povertà, di vestire la mia nudità, affinché riceva il pare degli Angeli, il Re dei re, il Signore dei signori con tanta riverenza ed umiltà, con tanta contrizione e devozione, con tanta purità e fede, con tali propositi e buone intenzioni, quanto occorre alla salute dell'anima mia. Preghiera di S. Tommaso d’Aquino

L'eucaristia sorgente di ogni grazia


Il tuo sacramento, o Signore Gesù Cristo,
ci porti la vita e la remissione dei peccati:
per noi la passione è stata consumata.
Tu hai bevuto per noi il fiele
perché fosse spenta in noi ogni amarezza;
hai bevuto per noi il vino acido
per sollevare la nostra stanchezza;
sei stato vilipeso per noi
per poterci inondare
di una rugiada immortale;
hai lasciato che i bastoni ti colpissero
per assicurare alla nostra fragilità
la vita eterna;
sei stato coronato di spine
per coronare i tuoi fedeli
con i verdi allori della carità;
sei stato avvolto in un lenzuolo
per poterci rivestire della tua forza;
sei stato deposto nella tomba,
per darci una grazia nuova nei secoli nuovi. Bonnet, Supplementum Codicis Apocryphi

L'eucaristia salvezza nostra


Il tuo Corpo sacro
crocifisso per noi,
noi mangiamo;
il tuo prezioso Sangue
versato per noi,
noi beviamo.
Il tuo Corpo sia la nostra salvezza
e il tuo Sangue ci liberi dalle colpe.
Per la tua tomba nuova
e per la tua sepoltura
noi rinasceremo nell'anima e nel corpo.
Per la tua risurrezione
che ci richiama alla vita,
noi risorgeremo e staremo eretti
dinanzi alla tua giustizia. Frammenti Eucaristici antichissimi

Epist. JJ, p.141


Aforisma


venerdì 30 marzo 2012

La famiglia


Padre, donaci di tornare tutti
a guadagnarci il pane con le nostre mani,
e tornare tutti a gustare
quanto sia buono il pane.

Padre, dona a tutte le case
una donna forte e saggia,
che insieme con l’uomo sia il principio
dell’armonia libera e necessaria.

Padre, dona figli che siano
segno di gioia e di pace
intorno a ogni mensa;

e che tutti possiamo veder fiorire
una Chiesa più credibile,
una città più umana.  David Maria Turoldo

Preghiera dei coniugi


Condividiamo la stessa speranza,
lo stesso ideale,
lo stesso modo di vivere,
lo stesso atteggiamento di servizio.
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore,
senza divisione nella carne e nello spirito,
insieme preghiamo,
insieme ci inginocchiamo
e insieme facciamo digiuno.
Istruiamoci l'un l'altro,
l'un l'altro esortiamoci,
sosteniamoci a vicenda.
Insieme stiamo nella santa assemblea,
insieme alla mensa del Signore,
insieme nella prova,
nella persecuzione, nella gioia.
Nulla nascondiamo l'un l'altro,
non ci evitiamo l'un l'altro,
l'un l'altro non siamo di peso.
Volentieri facciamo visita agli ammalati,
volentieri assistiamo i bisognosi,
senza malavoglia facciamo elemosina
senza fretta partecipiamo al sacrificio,
senza sosta assolviamo ogni giorno i nostri impegni.
Ignoriamo i segni di croce furtivi,
rendiamo grazie senza reticenze,
benediciamo senza vergogna nella voce.
Salmi e inni recitiamo
A voci alternate
Ed insieme gareggiamo
Nel cantare le lodi al nostro Dio.
Vedendo e sentendo questo,
Cristo gioisce e ci manda la sua pace.
Là dove sono i due sposi,
ivi è anche Cristo. Tertulliano, Alla moglie

Se vuoi una famiglia viva


Se vuoi una famiglia viva…

In poche frasi, alcune condizioni fondamentali perché la coppia e la famiglia vivanonel quotidiano la "vocazione all' amore".

1. Non dire mai basta, ma ricomincia sempre, senza rancore.
2. I tuoi figli non hanno solo bisogno di essere amati, ma di genitori che si amano.
3. Amami soprattutto quando meno me lo merito, perché proprio allora ne ho più bisogno.
4. Quando ti dico: "Ti amo", questo vuol dire: "Tu non morrai".
5. Piccole attenzioni, tenerezza, dialogo spassionato, condivisione piena... Allora il nostro amore vive!
6. Se amo i tuoi pregi amo me stesso/a, se amo i tuoi difetti amo tutto/a te stesso/a.
7. Non "crearmi" a tua immagine!
La nostra diversità è ricchezza allorché complementare alla " unità dei due".
8. Chi più critica meno ama, chi più ama meno critica.
9. Con la nostra unità testimoniamo il nostro essere: "Chiesa domestica".
10. Pregare guardandosi negli occhi: trasparenza di vita, pace ritrovata.
11. Accogli e dona la "Vita" che è in te.

Sposi troppo silenziosi


Un contadino aveva un campo. Dopo la semina del grano s’accorse che un pezzetto di terra era rimasto libero. Senza dir nulla alla moglie, piantò della cicoria. A sua volta,la donna, senza farne parola al marito, vi piantò fagioli. Quando ambedue le sementi cominciarono a nascere, la donna sradicava i germogli della cicoria, pensando che fosse erbaccia. Altrettanto faceva il marito con i fagioli, cadendo nel medesimo errore. Non crebbe la cicoria, né ottennero fagioli… Chi ha orecchi per intendere, intenda.

Ritratto del vero francescano


“Francesco, immedesimato in certo modo nei suoi fratelli per l’ardente amore e il fervido zelo che aveva per la loro perfezione, spesso pensava tra sé quelle qualità e virtù di cui doveva essere ornato un autentico frate minore. E diceva che sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sé la vita e le attitudini dei seguenti santi frati: la fede di Bernardo, che ebbe perfetta insieme con l’amore della povertà; semplicità e la purità di Leone, che rifulse veramente di santissima purità; la cortesia di Angelo, che fu il primo cavaliere entrato nell’Ordine e fu adorno di ogni gentilezza e bontà; l’aspetto attraente e il buon senso di Masseo, con il suo parlare bello e devoto; la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio fino alla più alta perfezione;  la virtuosa incessante orazione di Rufino, che pregava anche dormendo e in qualunque occupazione aveva incessantemente lo spirito unito al Signore; la pazienza di Ginepro, che giunge a uno stato di pazienza perfetto con la rinunzia alla propria volontà e con l’ardente desiderio d’imitare Cristo seguendo la via della croce;  la robustezza fisica e spirituale di Giovanni delle Lodi, che a quel tempo sorpassò per vigoria tutti gli uomini; la carità di Ruggero, la cui vita e comportamento erano ardenti di amore; la santa inquietudine di Lucido che, sempre all’erta, quasi non voleva dimorare in un luogo più di un mese, ma quando vi si stava affezionando subito se ne allontanava , dicendo: Non abbiamo dimora stabile quaggiù, ma in cielo.” Dalle Fonti Francescane (Specchio di perfezione, 85:1782)

La santa comunione


Che giova ritardare tanto la confessione o rimandare la santa Comunione? Purìficati al più presto; sputa subito il veleno; corri a prendere il rimedio: ti sentirai meglio che se tu avessi differito tutto ciò. Se oggi, per una piccola cosa, rinunci, domani forse accadrà qualcosa di più grave: così ti potrebbe essere impossibile per lungo tempo, la Comunione e potresti diventare ancora più indegno Scuotiti al più presto dalla stanchezza e dall'inerzia, in cui oggi ti trovi: non serve a nulla restare a lungo nell'ansietà e tirare avanti nel turbamento, separandoti in tal modo, per questi quotidiani ostacoli, dalle cose divine. Anzi è molto dannoso rimandare tanto la Comunione, perché ciò suole anche ingenerare grave torpore Avviene persino  -  cosa ben dolorosa  -  che taluni, nella loro tiepidezza e leggerezza, accettino di buon grado questi ritardi della confessione, e desiderino di ritardare così la santa Comunione, proprio per non essere obbligati a una più severa custodia di sé. dal libro “Imitazione di Cristo”

La comunione eucaristica


Quale gioia per un cristiano che ha la fede, che, alzandosi dalla santa Mensa, se ne va con tutto il cielo nel suo cuore! ... Ah, felice la casa nella quale abitano tali cristiani!... quale rispetto bisogna avere per essi, durante la giornata. Avere, in casa, un secondo tabernacolo dove il buon Dio ha dimorato veramente in corpo e anima!. . - Forse, mi direte ancora: se questa felicità è così grande, perché dunque la Chiesa ci dà il comandamento di comunicarci una volta ogni anno? - Questo comandamento non è fatto per i buoni cristiani, esiste soltanto per i cristiani pusillanimi e indifferenti verso la salvezza della loro povera anima. Agli inizi della Chiesa, la più grande punizione che si poteva imporre ai cristiani era di privarli di tale felicità; ogni volta che avevano la gioia di assistere alla santa Messa, avevano la gioia di comunicare. Mio Dio!, possibile che dei cristiani rimangano tre, quattro, cinque e sei mesi, senza dare questo nutrimento celeste alle loro povere anime? La lasciano morire di inedia!... Mio Dio!, che guaio e quale accecamento!... avendo tanti rimedi per guarirla e un cibo così adatto a conservarla in salute! . . . La Chiesa, vedendo quanto già i cristiani perdevano di vista la salvezza delle loro povere anime, sperando che il timore del peccato facesse loro aprire gli occhi, dette loro un comandamento che li obbligava a comunicarsi tre volte all'anno, a Natale, a Pasqua e a Pentecoste. Ma in seguito, vedendo che i cristiani diventavano sempre più insensibili alla loro disgrazia, la Chiesa ha finito per non obbligarli più ad avvicinarsi al loro Dio, tranne una volta all'anno. O mio Dio!, che disgrazia e quale accecamento che un cristiano sia obbligato a mezzo di leggi a cercare la sua felicità!
(Omelia per la VI domenica dopo Pentecoste) Giovanni maria Vianney

L' anima che fa la comunione


L'Anima che fa la Comunione possiede nel proprio cuore la seconda Persona della Ss.ma Trinità non solo come Dio, ma anche come uomo. Essa ha il paradiso nel cuore, solo che non lo sente. In Cielo poi, il possesso di Dio si svilupperà in gioia e gaudio. La Comunione è la vita che si inizia sulla terra e si consuma in Cielo di: Don Alberione

Io vengo pentito ai vostri piedi


Mio Gesù, poiché voi ve ne state chiuso in questa custodia per sentire le suppliche de' miserabili che vengono a cercarvi udienza, oggi sentite la supplica che vi dà il peccatore più ingrato che vive tra tutti gli uomini.

Io vengo pentito a' vostri piedi, avendo conosciuto il male che ho fatto in disgustarvi. Prima dunque voglio che mi perdoniate quanto vi ho offeso. Ah mio Dio, non vi avessi mai disgustato! E poi sapete che voglio? Io avendo conosciuta5 la vostra somma amabilità, mi sono innamorato di voi e mi sento un gran desiderio di amarvi e di compiacervi: ma non ho forza di farlo se voi non m'aiutate. Fate, o gran Signore, conoscere a tutto il paradiso la vostra gran potenza e la vostra immensa bontà; fatemi diventare da gran ribelle che sono stato a voi, un grande amante di voi; voi lo potete fare; voi lo volete fare. Supplite a tutto quello che in me manca, acciocché io arrivi ad amarvi assai, almeno ad amarvi tanto quanto vi ho offeso. V'amo, Gesù mio, sopra ogni cosa: v'amo più della vita mia, mio Dio, mio amore, mio tutto.

Deus meus et omnia Sant’Alfonso Maria de Liguori

Io stimo l'essere amato da voi


Dunque, mio Signore e mio Dio, se voi avete detto nell'Evangelio che chi v'ama sarà amato da voi, e voi verrete ad abitare in esso per non partirvene più, io v'amo più d'ogni bene: amatemi dunque voi ancora, mentre io stimo l'essere amato da voi più di tutti i regni del mondo: e venite e fermate la vostra abitazione nella povera casa dell'anima mia, talmente che non vi abbiate più a partire da me, o per meglio dire, ch'io non v'abbia più a cacciare da me. Voi non vi partite se non siete cacciato. Io come vi ho cacciato per lo passato così posso cacciarvi di nuovo. Ah non permettete che succeda nel mondo questa nuova scelleraggine e quest'orrenda ingratitudine, ch'io favorito così parzialmente da voi dopo tante grazie vi abbia di nuovo a licenziare dall'anima mia! Ma può succedere; e per questo, Signor mio, desidero la morte, se vi piace, acciocch'io morendo unito con voi, unito con voi abbia poi da vivere per sempre. Sì, Gesù mio, così spero. Io v'abbraccio, vi stringo al mio povero cuore: fate ch'io sempre v'ami e sempre sia amato da voi. Sì, mio Redentore amabilissimo, io sempre vi amerò, voi sempre mi amerete. Spero che sempre ci ameremo, o Dio dell'anima mia per tutta l'eternità. Amen. Così sia.
Gesù mio, io voglio sempre amarvi ed esser amato da voi. Sant’Alfonso Maria de Liguori 

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